Biennale Le Latitudini dell’Arte 3ª edizione 2017, Germania – Italia

DATA: Dal 16 Luglio al 19 Agosto 2017

LUOGO: Palazzo Ducale, Piazza Matteotti 9, Genova

SPAZIO: Sale del Munizioniere di Palazzo Ducale, Genova

EVENTO: Biennale Le Latitudini dell’Arte, 3ª edizione, 2017, Germania – Italia

AUTORI: Josef Albers, Karin Andersen, Benjamin Bergmann, Joseph Beuys, Andreas Burger, Esther Burger, Martin Disler, Giulio Frigo, Jacob Ganslmeier, Claudio Gobbi, Hans Hermann, Friederike Just, Jan Kuck, Alessandro Lupi, Tilmann Meyer-Faje, Natasha Moschini, Ben Patterson, Fried Rosenstock, Andrea Salvino, Michael Schmidt, Pavel Schmidt, Sophie Schmidt, Niels Schubert, Claudius Schulze, Daniele Sigalot, Nina Staehli, Günter Stangelmayer, Wolfgang Tillmans, Gunther Uecker, Claudia Wieser, Eli Zwimpfers, Matthew Attard, Matteo Basilè, Carla Bedini, Mats Bergquist, Silvia Berton, Stefano Bigazzi, Gregorio Botta, Vincenzo Cabiati, Virginia Cafiero, Stefano Cagol, Alessandra Calò, Francesco Candeloro, Tiziana Cera Rosco, Gianluca Chiodi, Roberto De Luca, Giorgia Fincato, Armida Gandini, Mauro Ghiglione, Lory Ginedumont, Francesca Guffanti, Davide La Rocca, Carmen Mitrotta, Veronica Montanino, Giuseppe Negro, Antonio Pedretti, Stefania Pennacchio, Davide Puma, Massimo Sacchetti, Christian Zanotto, Stefano Mario Zatti.

GENERE: Collettiva

CURATO DA: Virginia Monteverde

ORGANIZZATO DA: ART Commission Events

ENTI PROMOTORI: Art Commission, Comune di Genova, Regione Liguria, Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania di Milano, Goethe Institut Genoa

Biennale Le Latitudini dell’Arte 3ª edizione 2017, Germania – Italia

La Biennale Le Latitudini dell’Arte giunge alla terza edizione. Promossa da Art Commission, in collaborazione con Genova Palazzo Ducale, Fondazione per la Cultura, la rassegna di arte contemporanea, ideata e curata da Virginia Monteverde, in questa occasione è presentata da Carmelo Strano.
L’idea nasce nel 2013, come interscambio artistico-culturale tra l’Italia e gli altri Paesi Europei. Per l’edizione del 2015, nazione ospite è stata l’Ungheria. Quella stessa rassegna il 9 agosto prossimo sarà presentata a Budapest, nel prestigioso Palazzo Vigado.
Questa terza edizione mette al centro della Biennale il rapporto culturale e artistico fra Italia e Germania, entrambe protagoniste assolute in questo 2017 dell’Arte Contemporanea, tra la 57a Biennale di Venezia (dove il padiglione tedesco ha vinto il Leone d’Oro) e la quattordicesima edizione di Documenta a Kassel.
In questa occasione Genova propone, fino al 19 agosto, sessantuno artisti che operano, o hanno operato, nei due Paesi. Con il contributo e la collaborazione di gallerie, musei e fondazioni, italiane ed estere, e la partecipazione di critici, galleristi e artisti; i cui lavori offrono un ampio e affascinante/coinvolgente panorama di molteplici linguaggi, di cui godranno pienamente i visitatori; come suggestiva finestra sull’arte dei due Paesi protagonisti e, indirettamente, dell’intera Europa.
La mostra si completa con un catalogo pubblicato da De Ferrari Editore (Genova).

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L’artista e l’osservatore possono “dialogare” attraverso l’opera stessa e in quanto soggetti
sono entrambi parte attiva della creazione artistica…
(JOSEPH BEUYS, l’arte come vita, un incontro a cura di Letizia Omodeo Salè, Accademia San Luca di Milano, 2003)

EVENTO CURATO DA

ART Commission – Genova (GE)
www.artcommissionevents.com
APPROFONDIMENTI

È proprio vero che l’arte ha una geografia tutta sua. Il concetto scientifico si può esaurire nel singolare: la latitudine. Per contro, l’arte consente addirittura a ciascun autore la propria latitudine. Oggi più che mai. Perché non si tratta solo dell’ ovvia spinta individualista. Si aggiunge, poi, un dato oggettivo: la parcellizzazione delle esperienze, propria dell’era globale. Contraddizione? Niente affatto. La global-finanza va di pari passo con l’allentamento delle culture. Si determina ibridismo. E L’ibrido non ha confini, né coordinate. Ogni artista è un ibrido, ormai. Certo, quando dominava l’economia nazionalista, l’informale o il realismo, o quando si andava vestiti sulla base di un principio ben circoscritto della moda, l’ibrido non c’era. Ma qui giova sottolineare che l’ibrido del nostro tempo per un artista si traduce in libertà sconfinata: faccio quello che voglio, mescolo tutto ciò che mi interessa, salto senza problemi da una linea operativa ad un’altra, tanto do conto solo a me stesso. Personalmente non ho mai detto ad un’artista fai così o colà, l’ho provocato “semiologicamente” , perché egli stesso si capisse meglio; figurarsi a farlo adesso… A ognuno la propria latitudine, e va bene.
Cioè: un andare a briglia sciolta, e nessuno può assumere un atteggiamento critico di dissenso. Semplice, il perché: manca il background, un terreno progettuale di elezione.
Stando così le cose, il rapporto a cosa io sarei in contraddizione o in difetto? A niente. Da qui la ragione per cui ad un certo punto ( 2004), ho fatto “deviare” il mio concetto di devianza tout out (1984) in “devianza docile”. Ben appropriato dunque il titolo dato da Virginia Mastrolorito Monteverde a questa rassegna da lei curata. Era un problema di latitudine quando (1990) al saggio introduttivo alla mostra Il Sud del Mondo davo questa titolo: “ La nuova filosofia dei punti cardinali” (se ne sarebbe ricordato il curatore della Biennale veneziana del 1993 – “ I punti cardinali dell’arte” – e., bontà sua, ancora una volta, tre anni fa, a proposito di un film dedicato alla citata kermesse lagunare).
Dunque: ribaltamento nel rapporto tra i due emisferi. il Sud non più, o non più solamente, luogo di colonizzazione, ma fonte di rivitalizzazione del Nord ricco ( uno dei sogni. I migranti di oggi?). In rapporto in tale situazione, questa rassegna, forse senza volerlo, sottolinea il divarico tra il nuovo mondo e il precedente in virtù della presenza di quattro numi non-tutelari: Albers, Buys, Patterson, Uecker ( unico vivente, coi sui 87 anni ). Non-tutelari perché nessuno dei nuovi artisti, che sono i veri protagonisti della rassegna, mostra la benché minima inclinazione verso uno dei quattro. Che sono davvero nell’Olimpo, oltre il tempo e lo spazio. Formazione e orientamenti diversi, certo, i protagonisti di queste latitudini; e anche “latitudini” diverse. Ora, va da sé che se uno vuole, e ne è capace, può rendere la propria latitudine “progettata”. Come a dire: metto a fuoco una mia filosofia nel pensare e nel fare l’arte. Inevitabilmente elastica, questa filosofia, proprio perché non ci sono muri di confronto. ma non priva di valori che vanno ben oltre i liberi “statement” ( si consideri, ad esempio, Andersen, Attard, Basilé, Calò ). Una filosofia che consiste quanto meno in scelte di fondo. Ad esempio, il background del mondo pubblicitario ( Sigalot, Tilmans, Chiodi, Schubert), il medium della fotografia e del video ( Staehli, Mitrotta, Cabiati, Ginedumont ), il digitale di ricerca ( Candeloro e Zanotto ), o anche il recupero di tecniche desuete ( Bergquist ), o il terreno scientifico rigoroso e duttile ( Gobbi, Schulz ) o quello sociopolitico ( Hermann ), Italia- Germania: non mi intendo di calcio, e non posso fare pronostici. Mi limito a dire che, rispetto alla prima rassegna d’arte mai dedicata al vecchio continente ( La Nuova Europa, Venezia, 1995, col sostegno dell’allora commissario Emma Bonino ), oggi è ben più facile toccare con mano che un linguaggio europeo esiste, non meno tintinnante della moneta.

Carmelo Strano

Fondazione Rocco Guglielmo (Catanzaro), Guidi&Schoen (Genova), Galleria Michela Rizzo (Venezia), VisionQuesT 4rosso (Genova), Red Stamp Art Gallery (Amsterdam), Breed Art Studios (Amsterdam), C|E Contemporary (Milano), Atipografia (Arzignano, Vicenza), MAG (Como e Kyoto), Spazio46 di Palazzo Ducale (Genova), Unimediamodern (Genova), Mact/Cact Arte Contemporanea Ticino (Bellinzona), Fondazione Remotti (Camogli), C+N CANEPANERI (Milano), Galleria Ca’ di Fra’ (Milano), Castello Gamba Arte moderna e contemporanea Valle D’Aosta, Bernheimer Contemporary (Berlino), GALERIE SCHACHER – Raum fur Kunst (Stoccarda), SHAREVOLUTION contemporary art (Genova), Museo d’arte contemporanea Villa Croce (Genova), Grossetti Arte Contemporanea (Milano).

“[…]l’arte è sempre stata relazione a diversi gradi, cioè fattore di partecipazione sociali e fondatrice di dialogo. Una delle virtualità dell’ immagine è il suo potere di reliance, per riprendere il termine di Michel Maffesoli: bandiere, sigle, icone e segni producono empatia e condivisione, generano legami.
[…] L’opera d’arte rappresenta un interstizio sociale.
[…] L’interstizio è uno spazio di relazioni umane che, pur inserendosi più o meno armoniosamente e apertamente nel sistema globale, suggerisce altre possibilità di scambio rispetto a quelle in vigore nel sistema stesso.
… la natura dell’esposizione dell’arte contemporanea nel campo del commercio delle rappresentazioni: crea spazi liberi e durate il cui ritmo si oppone a quelle che ordinano la vita quotidiana; favorisce un commercio interpersonale differente dalle “zone di comunicazione” che ci sono imposte. Il contesto sociale attuale limita le possibilità di relazioni interpersonali quanto più crea spazi a ciò deputati.
…La mostra è il luogo privilegiato in cui s’instaurano tali collettività istantanee, rette da principi diversi: secondo il grado di partecipazione dello spettatore richiesto dall’artista, la natura delle opere, i modelli di partecipazione sociale proposti o rappresentati; un’esposizione genererà un particolare “ambito di scambi”. Questo “ambito di scambi” va giudicato con criteri estetici, cioè analizzando la coerenza della sua forma, poi il valore simbolico del “mondo” che propone, nell’immaginario delle relazioni umane che riflette. All’interno di quest’interstizio sociale, l’artista ha il dovere di assumere i modelli simbolici che espone: ogni rappresentazione (ma l’arte contemporanea modellizza piuttosto che rappresenta, s’inserisce nei tessuti sociali piuttosto che ispirarsene) rinvia a voleri trasponibili nella società. Attività umana basata sul commercio, l’arte è al contempo l’oggetto e il soggetto di un’etica. E lo è tanto più che. contrariamente ad altre, non ha altra funzione oltre all’esposizione a questo commercio.
L’arte è uno stato d’ incontro. […] “

p.15-16-17 Estetica relazionale, Nicolas Bourriaud, postmedia 2010, 144 pp. — 27 illustrazioni, isbn 9788874900473 http://www.postmediabooks.it

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CATEGORIA ARTISTICA Collettive AUTORI studio LightBox Josef Albers, Karin Andersen, Benjamin Bergmann, Joseph Beuys, Andreas Burger, Esther Burger, Martin Disler, Giulio...

Biennale Le Latitudini dell’Arte 3ª edizione 2017, Germania – Italia – Video

CATEGORIA ARTISTICA Collettiva PRODUZIONE / AUTORI studio LightBOX Josef Albers, Karin Andersen, Benjamin Bergmann, Joseph Beuys, Andreas Burger, Esther Burger, Martin...

Di maraviglia, credo, mi dipinsi…

(Dante Alighieri – Purgatorio, Canto II)