Maurizio Dusio – Sunt lacrimae rerum – Video


CATEGORIA ARTISTICA

Installazioni

SPAZIO ESPOSITIVO

Palazzo Ducale – Torre Grimaldina – Genova

VIDEO

Studio LightBOX e il regista Aleksandr Balagura hanno realizzato due video, nell’ambito della VI edizione di Segrete, e singoli showreel dedicati a ciascun autore della Collettiva, quali contributo alla documentazione della mostra.
Conservando piena obbiettività dell’evento, dove lo spazio espositivo riveste esso stesso un ruolo centrale e fortemente simbolico, risolutivo per le opere esposte; i video realizzati sottolineano il legame essenziale fra memoria, appartenenza collettiva e libera creatività; con il quale ciascun autore, consapevolmente, si confronta ed esprime il proprio pensiero, critico e creativo.

Installazione, 2014
Documentazione fotografica: Luigi Arcangeli, studio LightBOX, 2014
Riprese video: Aleksandr Balagura e Luigi Arcangeli, studio LightBOX, 2014
Montaggio video “Segrete TRACCE di MEMORIA”: Aleksandr Balagura, 2014
Editing video ShowReel “Sunt lacrimae rerum”: Barbara Sagripanti, studio LightBOX, 2016

Sunt lacrimae rerum – Maurizio Dusio

APPROFONDIMENTI

Una luce calda rischiara la cella, illumina un pavimento di inaspettata ricchezza che ricopre parte del granitico suolo in un'(in)naturale prosecutio. Eleganti tasselli bianchi e neri – richiamo degli intarsi marmorei della chiesa di San Miniato di Firenze – alternano l’austero scontro tra superbie: sullo sfondo di rigogliose palmette, grifi e leoni smaltati si ergono alteri. Rieccheggia l’antico splendore di un futuro immaginato, atteso, anelato ogni notte che diviene giorno, e ogni giorno che si fa notte, in un confondersi di ore, di tempi lontani, passati, mai assaporati.
Su una panca di pietra, quattro dadi da gioco abbandonati.
In un angolo, riposto sul freddo suolo lapideo, un dipinto riproduce la rinnovata pavimentazione. Un’ombra vi si affaccia. È traccia di un’identità che è stata, ombra di un’assenza presente, concreta nell’inconsistenza della sottile velatura. Proiezione di esistenza, si distacca da ciò di cui è ombra e, pienamente assorbita nella realtà rappresentata, si realizza in una sostanzialità autonoma. ” What men call the shadow of the body of the soul” – recita Oscar Wilde: non ombra del corpo, dunque, ma corpo dell’anima.
Nell’opera di Maurizio Dusio, l’ombra instaura una connessione profonda con l’anima, la quale non attiene a un unico corpo ma esiste solamente nella relazione tra i corpi. È Anima Mundi. In sé serba il ricordo, non personale, sbiadito nei labili contorni. Il ricordo, nell’estensione dell’anima, è contingenza di valenza universale che l’anima lega ad altri ricordi favorendo la ricostruzione di una memoria storica. L’anima consente, così, di recuperare il senso degli avvenimenti che fanno la storia stessa. Sunt lacrimar rereum – suggerisce l’artista nel titolo dell’opera piange la storia, si versano lacrime sulle sciagure. La storia si impone con il suo peso schiacciante. Dusio rifugge dal rinnovare la drammaticità storica degli eventi. “La sola forma del ricordo applicabile alla storia”, afferma, ” è il ri-conoscere i meccanismi che possono condurre a degenerazioni devastanti”. Nella sua opera, in cui l’inaspettato apre alla dimensione poetica, il ricordo diviene presa di coscienza storica nel tentativo di salvare l’uomo da un immemore oblio.

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