‘Segrete, artisti alleati in memoria della Shoah’ – Genova e Milano, 19 Gennaio – 4 Febbraio 2023

scarica Il comunicato stampa e il programma della XV edizioe di Segrete Tracce di Memoria a questo link.

“Noi, le civiltà, adesso sappiamo di essere mortali”      Paul Valery, 1919.

«L’invasione della Baia dei Porci, la crisi di Cuba. Papà cominciò ad accumulare latte condensato, pasta, viveri. Pensai che fosse impazzito. Ma lui, come quelli della sua generazione, aveva sempre la guerra in testa. Noi mai. Noi la guerra non sappiamo cosa sia. Loro lo sapevano».

…“Noi la guerra non sappiamo cosa sia”

Queste poche frasi di Cristina Comencini, pronunciate in una sua recente intervista, parlando di sé e del padre Luigi, racchiudono interamente il senso di perdita di innocenza, di smarrimento, di disorientamento, che soprattutto in quest’ultimo anno, un’intera generazione ha provato di fronte alla nuova guerra arrivata in Europa.

In queste condizioni, a dispetto di qualsiasi retorica, il pensiero non conformista, libero e creativo che l’arte può offrire (così come gli altri ambiti della cultura), sembra essere ancora di più l’argine e l’occasione per esprimere pienamente la propria presa di posizione non schiacciata dalle molteplici convenienze e circostanze.

Gli artisti possono essere uniti da un forte impegno civile nel ribadire e lottare con quelli che sono i loro strumenti più preziosi; l’esercizio della conoscenza, la scoperta del nuovo, l’accoglienza e la curiosità verso il diverso, così da rimarcare con forza la necessità e il valore di una pacifica convivenza, il valore profondo e intangibile del rispetto dell’altro e della diversità dei pensieri e delle sensibilità; e la denuncia totale dell’insensatezza di qualsiasi sopruso e violenza.

‘Segrete, Tracce di Memoria’, la manifestazione artistica ispirata alla tragedia della Shoah, in svolgimento a Genova in questi giorni nasce da un’idea di Virginia Monteverde, colei che in tutti questi anni ne è stata curatrice e pure l’anima determinante. Nel succedersi degli anni e delle edizioni -siamo giunti alla XV- ha saputo mantenere ben saldi i due motivi ispiratori originali: essere momento di testimonianza, rinnovando nell’attualità le ragioni etiche dell’arte come impegno, e mantenere vitale la memoria di ciò che Shoah storicamente è stata e storicamente rappresenta.

allestimenti presso le antiche celle della Torre Grimaldina

Compiti entrambi improbi, in particolare per la credibilità e il confronto con tematiche per le quali la parola e i gesti possono facilmente risultare di pura forma e strumentali. Eppure, a nostro parere, Virginia Monteverde, e con lei tutti coloro che nel corso degli anni hanno aderito e portato il loro contributo a questo progetto, è riuscita nello scopo di rendere ‘Segrete’ un momento unico nel suo genere, privo di retorica e in grado di rinnovarsi ad ogni edizione, partecipato e aperto all’intera città di Genova, e quest’anno significativamente itinerante a Milano, con alcuni importanti momenti collaterali.

Testimonianza e memoria non sono sinonimi ma aspetti entrambi necessari per la narrazione di eventi così complessi e, in ogni caso, storicizzati ormai come memoria collettiva.

Su Pandora si può leggere la bella riflessione scritta da Eirene Campagna “Dopo Auschwitz”, quale memoria è ancora possibile ?” nella quale bene si sottolineano sia l’enorme shock spirituale e culturale subito da tutti coloro che pur non avendo vissuto quell’esperienza in prima persona, se ne sentirono comunque coinvolti e chiamati moralmente in causa (il caso di Adorno è emblematico, ma non sarà certo il solo). Corresponsabili per il solo motivo di esservi scampati o per la colpa di un’appartenenza storica e culturale, quella dell’Occidente cristiano e laico, che aveva prodotto un peccato e una ferita mai più rimarginabili, mai più emendabili. Tutta la nostra arte e la nostra cultura sono dovuti ripartire da questo peso e da questo senso di colpa. Un fardello destinato a ciascuno, per le generazioni a venire, con le inevitabili contraddizioni, e, certamente, con l’iniziale impreparazione del mondo dell’arte, nel confrontarsi con un dolore così netto e inequivocabile.

Eppure, la stessa Eirene Campagna, nella parte conclusiva dello suo articolo ha suggerito delle strade finalmente coerenti, dei linguaggi più consoni e appropriati, meno condizionati dal dolore e dal ricordo delle innumerevoli vittime. Le parole di Kiefer, citato per la sua opera ‘I sette palazzi celesti’, “Auschwitz non esclude altri Auschwitz”, sottolineano un duplice e cruciale aspetto. Quasi un secolo dopo la riflessione e la testimonianza devono necessariamente aggiornarsi all’oggi, avere risposte al presente. I demoni sconfitti lo sono stati solo sul campo di battaglia. Dopo il ’45 le guerre non sono mai realmente cessate, così come le tante forme di repressione. E adesso, da un anno, la guerra è tornata proprio là dove scrisse alcune fra sue pagine più tragiche e sanguinose. E’ una nuova guerra europea, è fra europei. E’ una guerra che potrebbe allargarsi perché sono tanti gli interessi, gli attori, gli equilibri che si dovranno ricomporre, in modi che ancora non conosciamo.

L’impegno a testimoniare altre ragioni, altre logiche, altre vite possibili, altre tolleranze, altro animo, è perciò, (e ancor di più), assolutamente necessario.

L’Arte da sola non può risolvere nulla, ma gli artisti possiedono il dono e la forza di poterci illuminare, di renderci chiare le nostre ragioni, (o almeno, meno confuse); di indirizzarci ogni qual volta la strada può sembrare persa.

Per la semplice ragione che questo sanno fare. Sanno essere un passo avanti. Con tutta la fatica e la responsabilità che questo spesso comporta. Questa è oggi la ‘testimonianza’.

La ‘memoria’ è in queste ragioni che si incastra. La memoria è necessaria soprattutto per chi è venuto dopo, per chi è presente e non sa nulla. Non solo riflessione per un lutto collettivo, riflessione e cordoglio che non si potranno mai più abbandonare.

“Noi, le civiltà, adesso sappiamo di essere mortali”, scrisse Paul Valery nel 1919, come incipit al saggio “La crisi dello spirito”.

La sua generazione conobbe e visse in prima persona tutti gli orrori di due guerre mondiali. Le generazioni che sono seguite, più fortunate, è dalla salvaguardia di questa memoria che devono trarre insegnamento e sguardo per il futuro.

‘Segrete’ nella sua XV edizione ci ricorda con urgenza non solo i motivi di testimonianza necessaria, da rinnovare nel tempo perché l’ostilità di pensieri e azioni votati alla sottomissione e distruzione di altri sono costantemente presenti fra di noi, salvo essere all’apparenza inoffensivi perché privi di reali mezzi.

‘Segrete’ diventa occasione e atto irrinunciabile di incontro, di dialogo e confronto fra idee, generi, esperienze diverse, occasione non formale, ma necessaria e attuale.

nella foto il video di Živa Kraus
The Motovun Tape (1976) allestito nelle antiche prigioni di Palazzo Ducale

Luigi Arcangeli

A cura di Art Commission in collaborazione con ILSREC e Goethe Institut Genoa e con la collaborazione di: ANPI, Biblioteca Universitaria di Genova, Festival internazionale della Poesia di Genova, Casa Luzzati, Memoriale della Shoah di Milano, La Casa della Memoria di Milano.