Quando infili al testa nella grossa maschera di cartongesso “Enzo Genesis”, dell’artista Nina Stäehli, il mondo intorno si riduce a qualche indizio luccicante che penetra attraverso le piccole aperture. Dentro, il rumore continuo di sottofondo – una cosa a metĂ strada tra un ruggito sommesso e un fragore di stoviglie che rotolando su un piano obliquo – ti isolano dal mondo circostante costringendoli in un uno spazio angusto, dove i sensi sono rotti e le cose perdono ogni collegamento con i loro significati. Sei nella testa di Enzo Venezia. Gli scrittori di fantascienza degli anni cinquanta del secolo scorso profetizzavano che l’uomo del futuro avrebbe sviluppato innanzitutto il cervello, nel senso del volume, aumentando così la scatola cranica a dispetto del resto del corpo che, a causa delle nuove tecnologie, si sarebbe progressivamente atrofizzato. Oggi gli scienziati prevedono esattamente l’opposto, ritenendo che l’uso massiccio di tecnologie sostitutive dei processi mentali, andrĂ a discapito della crescita del nostro cervello. Insomma non diventeremo piĂą intelligenti ma, forse, piĂą stupidi. Con la sua opera Enzo Genesis, Nina Stäehli sembra unire le due profezie consegnando un soggetto dalla testa abnorme ma assolutamente incapace di pensieri coerenti. Ciò che è rotto in “Enzo Genesis” è, come scrive l’artista, anzitutto la capacitĂ di capire il nesso tra le proprie azioni e le loro conseguenze, consegnandoci un individuo privo di consapevolezza, che brancola nel reale come un oggetto tra gli oggetti, privo cioè di quel Dusein che distingue l’essere incarnato nel suo tempo dall’oggetto passivo e manipolabile. Compresso da una testa che lo sovrasta come un peso morto, Enzo Genesis si muove nel reale seguendo esclusivamente le tracce confuse dei suoi pensieri inarticolati e assolutamente impermeabili agli stimoli esterni. La realtĂ che filtra attraverso le piccole aperture infatti, è un mosaico rotto di cui Enzo non sa cosa farsene. E infatti le sue azioni sono completamente dissociate da ciò che lo circonda. Questa regressione dell’essere razionale che si ritira sempre di piĂą negli spazi angusti del suo mondo autistico, e subentra incapace di comprendere le conseguenze reali dei suoi atti, sembra voler rappresentare il modo con il quale l’essere umano tratta oggi l’esistente. Distruzione sistematica della natura, sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali e del mondo animale, insensibilitĂ nei confronti del dolore altrui, incremento esponenziale degli armamenti.
La forte riflessione che sta alla base di questa opera ci lascia con una domanda inquietante: l’essere umano si stai forse de-evolvendo in “Enzo Genesis”?