Segrete Tracce di Memoria 2019

DATA: dal 24 Gennaio al 9 Febbraio 2019

LUOGO: Genova – P.zza Matteotti 9 – Palazzo Ducale

SPAZIO: Antiche prigioni della Torre Grimaldina e Spazio46 di Palazzo Ducale

EVENTO: SEGRETE Tracce di Memoria. Alleanza di artisti in memoria della Shoah. XI Edizione

AUTORI: Davide Coltro, Carla Iacono, Fukushi Ito, Ilaria Margutti, Fried Rosentock, Josephph Sassoon Semah, Antonella Cinelli

CATEGORIA ARTISTICA: Collettiva

CURATO DA: Virginia Monteverde

ORGANIZZATO DA: ART Commission Events

ENTI PROMOTORI: ART Commission, Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, ILSREC

DESCRIZIONE EVENTO

Art Commission in collaborazione con Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e ILSREC
“R.Ricci” con il patrocinio del Comune di Genova e della regione Liguria, presenta la XI edizione della rassegna
“SEGRETE Tracce di Memoria” Alleanza di Artisti in Memoria della Shoah.

La rassegna di respiro internazionale, ideata e curata da Virginia Monteverde, sarà inaugurata giovedì 24
Gennaio 2019 alle ore 18.00 nelle antiche prigioni della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale a Genova. Le antiche celle ospiteranno come sempre le installazioni site-specific degli artisti, dando vita a una mostra di forte impatto emozionale.

A proporre le proprie riflessioni sul tema della Memoria saranno gli artisti: Davide Coltro, Carla Iacono, Fukushi Ito, Ilaria Margutti, Fried Rosenstock, Joseph Sassoon Semah.

Diversi gli eventi organizzati nei quindici giorni della mostra: spettacolo teatrale, incontri-dibattiti, reading poetici e la speciale sezione “Progetto Giovani” con incontri a scuola e proiezione di docufilm.

La rassegna è stata realizzata con il sostegno di Compagnia San Paolo, Maggiore Sostenitore

e con il contributo del Goethe Institut-Genua

Gli eventi sono realizzati in collaborazione con: Memoriale della Shoah di Milano, Anpi di Genova, Borghetto Lodigiano e Bologna, Liceo Classico Andrea D’Oria, IC Bogliasco-Pieve Ligure-Sori,Bogliasco Foundation, Festival Internazionale di Poesia di Genova, Teatro Apollo, Fondazione Breed Art, DA Communication.

Sponsor: COOP Liguria
Sponsor tecnico: Pitto P-Zeta, Silent Emotion, Locanda Tortuga, Hotel Moderno Verdi.

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La visione completa del programma è disponibile al link di ART Commission Events

virgolette-doppia-dimensione

“Partigiane e partigiani, staffette grazie.
Donne e uomini che hanno saputo dire No quando,
anche solo per desiderio di tranquillità, avrebbero
potuto chiudere gli occhi ed il cuore, illudersi che
altri dovevano e potevano pensare ed agire per loro.
Donne e uomini che hanno deciso un giorno di
prendere in mano il proprio destino ed essere cittadini
di una società ancora solo sognata…[…]”

(Manuela Composti, cit. dal testo critico per “IorEsisto” di Antonella Cinelli)

EVENTO CURATO DA

ART Commission – Genova (GE)
www.artcommissionevents.com
APPROFONDIMENTI

PRESENTAZIONE DEGLI ARTISTI E DELLE OPERE

Fried Rosenstock

Nato nel 1943 a Kassel, in Germania, si diploma presso il Darmstadt Gymnasium nel 1962.
Noto soprattutto per le sue performance. Già negli anni Settanta era un pioniere del genere. Artista che con le sue apparizioni ambivalenti riflette sul ruolo dell’artista, cercando di mettere in moto l’immaginazione e di rendere possibile la comprensione di contesti complessi.
Parallelamente ha costruito oggetti dorati di piccolo formato – i cosiddetti “Gemini impari” – oggetti trovati che egli abbinava ad una controparte – in modo da creare tra queste coppie un campo di tensione dialettica, ponendo lo spettatore in una prospettiva di spaesamento sorprendente.
A Berlino costruisce i suoi nuovi oggetti. Alcune performance in spazi pubblici, associati all’edizione di una cartolina, i cosiddetti “Berliner Spaziergänge” (passeggiate per Berlino) non sono rimasti senza reazione. Nel suo atelier coesistono i lavori fiorentini (ha vissuto a Firenze dal 1967, e a Berlino dal 2007) con le opere più recenti di quest’artista sempre in trasformazione e molto stimolante.

Joseph Sassoon Semah

Joseph Semah (24.02.1948) è nato a Baghdad, in Iraq. Dal 1950 è cresciuto a Tel Aviv, in Israele. Dopo aver finito il ginnasio, Semah ha studiato all’Università di Tel Aviv. Allo stesso tempo stava sviluppando la sua sede artistica.
Il nonno di Joseph Semah, Hacham / Rabbi Sassoon Kadoori era il presidente della comunità ebraica di Baghdad, che predicava la tolleranza tra le varie confessioni religiose.
Il lavoro di Semah è meglio descritto come un’esplorazione profonda e ampia dei legami tra linguaggio e immagini create dall’uomo. Uno studioso di molti testi classici, crea il suo mondo concettuale e pittorico come parte della sua ricerca, ponendo gli esseri umani al centro di questo mondo. Semah cerca di capire le persone nel presente, in relazione alle comunità con la loro cultura e storia. Le sue opere hanno una lunga tradizione di pensiero umanistico liberale che va da Baruch de Spinoza alla Frankfurter Schule.
Nelle stesse parole di Semah: “Leggo ancora ogni opera d’arte esposta attraverso la tradizione / storia della lingua ebraica. In questo contesto, si può dire che ogni mia opera d’arte non è altro che una nota a piè di pagina della mia ricerca, al mio desiderio di capire cosa significa in realtà l’arte contemporanea, cosa si intende per tolleranza, qual è il significato di essere in esilio e cosa significa essere un ospite.”

Fukushi Ito

Fukushi Ito è nata a Nagoya nel 1952. Dopo la laurea alla Tokyo National University of Fine Arts and Music, nel 1980 si trasferisce in Italia, dove tuttora vive e lavora. A partire dalle proprie vicende biografiche l’artista sviluppa un concetto particolare di “patria”, che emerge con forza dalle sue opere. Il Giappone e l’Italia sono per lei due mondi complementari: pur con le loro distanze e differenze non si annullano, si compenetrano. Le radici della sua cultura orientale si amalgamano agli stimoli e ai caratteri di quella occidentale. Materiali antichi e contemporanei dialogano nelle sue installazioni in maniera equilibrata e armoniosa, sviluppando una perfetta sintesi poetica e sperimentale in cui l’utilizzo della luce diviene elemento unificante.

Fin dagli anni Novanta partecipa a importanti mostre collettive e personali in Giappone, in Italia e in Germania.

Ilaria Margutti

Ilaria Margutti è nata nel 1971 a Modena, vive e lavora a Sansepolcro, Arezzo.
Nel 1997 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze, intraprendendo la carriera artistica, che dal 2004 viaggia in parallelo con quella di docente di disegno e storia dell’arte.
Dal 2013, assieme a Laura Caruso, segue il progetto di riqualificazione urbana di Casermarcheologica spazio dedicato alla ricerca artistica con progetti mirati alla diffusione dei linguaggi dell’arte contemporanea.

Quello della Margutti è un cammino di indagine introspettiva e identitaria. Partita da uno stile pittorico di derivazione espressionista, dal 2007 inizia a usare il ricamo come elemento fondamentale della sua ricerca, diventando così il linguaggio in cui sente meglio rappresentata la propria poetica. Una tecnica densa di significati simbolici sulle origini del femminile e intensamente collegata a una ricerca identitaria, che affonda le proprie radici nella storia greca.
Secondo l’artista il raggiungimento di una consapevolezza interiore passa attraverso la volontà di affrontare il dolore come superamento dei propri limiti, ecco perché nelle sue opere vediamo spesso figure con l’ago in mano, intente a definire i confini del proprio volto o del corpo, oppure altre chinate a rammendarsi ferite.
Ilaria ha scelto un’arte antica per parlare di dolore, guarigione e riscatto – scrive Adriana Maria Soldini –; il ricamo è un’attività muliebre dagli albori dell’umanità. Ha lasciato che l’ago, usato come una matita o un pennello, consentisse a quel filo di proseguire il suo cammino nel racconto di una storia individuale che l’arte rende collettiva. Sottile ma resistente, il filo si torce, si tende, si annoda per tessere con pazienza e fierezza la rappresentazione di un corpo sinuoso e vibrante fino alla sublimazione della convalida di una identità conforme a nuovi parametri.

Il tessuto sul quale l’autrice lavora diventa la sua epidermide, il confine ultimo tra il corpo e l’ambiente esterno su cui portare avanti una profonda ricerca di se stessa.
Ilaria Margutti sa che i ricami sulle tele sono le ferite dei teli e dei corpi – scrive di lei Paolo Fichera – Ferite che ci costringono ad altri movimenti, altre azioni, ad altre scoperte di sé: fuori dalla parola nella parola; fuori dalla pelle nella pelle; fuori dalla voce nella voce.

Dal 1996 l’artista ha partecipato a mostre personali, collettive, fiere e concorsi in Italia e all’estero, collaborando con gallerie private e pubbliche, Janinebeangallery – Berlino; Wannabeegallery – Milano; MLBhomegallery – Ferrara; Bontadosi ArtGallery – Montefalco (PG); Galleria Art Forum-Bologna.

Davide Coltro

Davide Coltro, nato a Verona nel 1967, è l’inventore del quadro elettronico, nuovo medium per la cui realizzazione si avvale di tecnologia e formule matematiche. Per la sua innovativa ricerca, viene invitato dalla critica a prestigiose personali e collettive sia in Italia che all’estero. Nel 2011 alla 54ᵃ Biennale di Venezia presenta Respublica I, la monumentale installazione di 96 moduli elettronici, concludendo una delle più imponenti e complete ricerche sul paesaggio contemporaneo.
I suoi quadri elettronici sono stati acquisiti da importanti collezioni pubbliche ed esposti in molti musei tra cui: Museum of Modern Art (Mosca), Museo ZKM Karlsruhe (Germania), Urban Planing Center (Shangai), Palazzo della Ca’ D’oro in concomitanza alla 53ᵃ Biennale di Venezia, Museo d’arte moderna Palazzo Forti (Verona) Mart (Rovereto – Trento) ETAGI Loft Project (San Pietroburgo), Centro Luigi Pecci (Prato), Collezione Farnesina di Roma, Collezione Unicredit, Collezione della VAF-Stiftung.
Negli ultimi anni ha iniziato un percorso di studi teologici, con il desiderio di alimentare la propria ricerca artistica attraverso una maggiore riflessione sul rapporto dell’uomo con la fede e con i temi fondamentali dell’esistenza umana. Le sue considerazioni circa l’unità dell’arte soprattutto attraverso lo sviluppo tecnologico, lo hanno indotto ad aprire un dibattito teorico con altri autori importanti della sua generazione. Ha dato vita ad un gruppo, ispirato dal termine anglosassone ON (acceso), composto da artisti che utilizzano la tecnologia e l’energia in diverse forme (elettrica, meccanica, magnetica ecc.) nella concezione, progettazione e realizzazione dell’opera. Vive e lavora a Milano.

Carla Iacono

Carla Iacono vive e lavora a Genova, utilizzando diversi media tra cui fotografia, collage e installazione.
Il suo lavoro, incentrato sui temi del corpo e della metamorfosi, analizza principalmente il delicato periodo dell’adolescenza e i suoi “riti di passaggio”, visti come straordinario momento di crescita in cui si colloca lo sforzo per raggiungere la propria identità.
Nei lavori recenti affronta il delicato argomento della strumentalizzazione delle differenze culturali, arricchendo la propria ricerca con riflessioni sulle difficoltà di dialogo che sempre più spesso generano drammatici eventi. Tra questi la serie fotografica Re-velation utilizza il velo, accessorio presente in tutte le principali culture, per sensibilizzare sull’esigenza di instaurare meccanismi di dialogo ed accoglienza. Pur essendo una ricerca laica e di stampo antropologico Re-velation è stata percepita dalla rete dei Musei Ecclesiastici Italiani come occasione per aprirsi alle urgenze del contemporaneo e far riflettere sui temi suggeriti dalla mostra; da più di un anno Re-velation è in tour con esposizioni in importanti Musei Italiani.
Affascinata dalle contaminazioni tra immagini e testi, ha pubblicato vari libri illustrati con fotografie e collage. Collabora con la Casa Editrice Fiorina per la quale ha realizzato il leporello “Le Spose di Darwin” e scritto testi e note critiche per altri titoli della collana “Il Soffietto”.
I suoi lavori sono pubblicati in numerosi cataloghi di esposizioni in Italia e all’estero e sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private, tra cui il Musinf (Museo d’Arte Moderna dell’Informazione e della Fotografia) di Senigallia ed il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Quella di Carla Iacono è un’arte di segno “concettuale” che utilizza un misto di sogno, ironia, ambiguità e fantasia per “svelare” frammenti di memoria o d’inconscio che riaffiorano in forma visibile dalla profondità dell’invisibile.
Tra le mostre recenti la personale Sguardi attraverso nell’ambito del Pontremoli Foto Festival 2018 e le tappe di Re-velation presso il Museo Diocesano di Genova, il Museo Diocesano Tridentino di Trento, il Museo del Duomo di Fidenza ed il Museo Diocesano di Caltanissetta.

Sono stato invitato da Virginia Monteverde (Evento promosso da Art Commission) e Luca Rezzolla (Stichting razza art), a partecipare a ” Dungeons Le tracce della memoria: un’alleanza di artisti in memoria dei ShOAH ”
SEGRETE. Tracce di Memoria Alleanza di artisti in memoria della Shoah – XI edizione – 24 gennaio – 9 febbraio 2019 – Torre Grimaldina di Palazzo Ducale; Genoa, Italy –

Ho creato un’installazione specifica del sito nel vecchio dungeon per prigionieri politici (celle della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale di Genova), dal titolo [MaKOM in MaKOM] –
e ho dato una recita all’apertura, dal titolo KaDISh;

parole e suoni,
una casa temporanea nella prigione,
con il ricordo del ShOAH,
cinque violinisti donne,
stanno giocando,
da un crimine così mostruoso,
dal silenzio in se stessi,
e poi tradurre nella forza della musica,
stanno suonando la musica di Bach,
e allo stesso tempo,
stanno giocando a Tango;

non c’è presente,
solo un passato immediato;

E vengono seguiti molto prima,
da cinque individui, ognuno di loro con uno specchio;
allora, stiamo guardando l’eterna processione,
il riflesso di 5 violinisti femminili negli specchi,
e insieme contiamo MiNIaN… il numero legale delle TEN;
la forma del suono e delle immagini,
l’ombra, ma indistruttibile, del ricordo dietro;

Siamo ossessionati dal pensare a quel gesto,
la rivisitazione di due uomini le cui teste ricoperte di scatole di legno,
sulla definizione iniziale del nostro impegno,
e la vittoria della pratica reale della tolleranza.

Kadish Kadish
QD
L ‘ uomo
L ‘ uomo
Così così
minia minia
Le nove
In questo
Manca mancante
Uno dei

KaDISh [Preghiera per i morti}
Un uomo si è chinato.
Ora il numero legale di dieci (MiNIaN)
ne ha solo nove.
Uno di troppo pochi.

Allora lo sappiamo e capire pienamente,
la realtà autonoma della Casa,
di [MaKOM in MaKOM]

English text

[ makom in makom ] kadish
I have been invited by Virginia Monteverde ( Evento promosso de Art Commission) and Luca Rezzolla (Stichting Breed Art), to participate in “Dungeons. Traces of Memory: an alliance of artists in Memory of the shoah”
SEGRETE. Tracce di Memoria Alleanza di artisti in memoria della Shoah – XI edizione – 24 gennaio – 9 febbraio 2019 – Torre Grimaldina di Palazzo Ducale; Genoa, Italy –
I have created a Site-specific installation in the old dungeon for political prisoners, entitled [makom in makom] -and I gave a performance at the opening, entitled kadish;
Words and sounds,
a temporary House in the prison cell,
with the memory of the shoah,
five female violinists,
they are playing,
by retelling a crime so monstrous,
by absorbing the silence into themselves,
and then translating it into the force of music,
they are playing the music of Bach,
and at the same time,
they are playing Tango;
There is no present,
only an immediate past;
And they are being followed long before,
by five individuals, each one of them holding a mirror;
then, we are watching the eternal procession,
the reflection of 5 female violinists in the mirrors,
and together we count minian…the quorum of TEN;
the form of sound and images,
the shadowy but indestructible minian of the memory behind;
We are haunted by thinking about that gesture,
the retelling of two men whose heads covered with wooden boxes,
about the initial definition of our commitment,
and the victory of the actual practice of tolerance.
קדיש
קד
איש
מני
אז
מניין
תשע
בו
חסר
אחד
Kadish [Prayer for the dead}
One man bowed out.
Now the quorum of ten (minian)
only has nine.
One too few.
Then we shall fully know and understand,
the autonomous reality of the House,
of [ makom in makom ] in the prison cell;

Credits:

La performance dell’artista Joseph Sassoon Semah
a cura di Virginia Monteverde
e Luca Rezzolla.

Con la partecipazione di:
Stefano Bigazzi

Le violiniste:
Federica Calcagno, Clarissa Leonardini,
Carola Ottonello, Federica Pellizzetti,
Angela Zapolla.

I portatori di specchi:
Vincenzo Panzuto,
Federico Giovannini De Nardo
Kristina Kostova
Raffaele Casagrande
Giorgio Boni

JOSEPH SASSOON SEMAH
[performance]
[MaKOM in MaKOM] kadish

DAL 24 GENNAIO AL 9 FEBBRAIO
lo Spazio46 di Palazzo Ducale nell’ambito della XI edizione della Rassegna Internazionale Segrete Tracce di Memoria ospiterà la mostra di Antonella Cinelli “IorEsisto”
a cura di Manuela Composti
167 Brigata Garibaldi – F.lli Biancardi
A.n.p.i. Borghetto Lodigiano – Lodi

Partigiane e partigiani, staffette grazie.
Donne e uomini che hanno saputo dire No quando,
anche solo per desiderio di tranquillità, avrebbero
potuto chiudere gli occhi ed il cuore, illudersi che
altri dovevano e potevano pensare ed agire per loro.
Donne e uomini che hanno deciso un giorno di
prendere in mano il proprio destino ed essere cittadini
di una società ancora solo sognata; Giovani che
volevano essere quel cambiamento che avrebbero
voluto per i propri figli, anche se spesso ha significato
non assaporarlo per se stessi. Antonella Cinelli
riprendendo l’arte antica del ritratto, crea un filo rosso
attraverso il Tempo, quello eterno dell’Arte
e quello fuggente dell’Uomo. Il titolo della mostra
vuole sottolineare non solo la presa di posizione,
la lucida consapevolezza del loro resistere, ma anche
l’esigenza del loro esistere anche dopo, nonostante
tutto. La vita li ha posti davanti ad un bivio ed ognuno
ha risposto attraverso il proprio animo, carattere,
radicale esigenza di libertà. Finita la guerra la vita
riprende sui binari della anonima quotidianità.
Queste donne ed uomini, chiamati un giorno
nel cono di luce della Storia, hanno avuto la forza
e la volontà di rientrare nei ranghi senza gloria
della vita quotidiana, senza clamore, senza pretendere
nulla. Consapevoli di aver fatto non atti eroici, ma
gesti necessari e doverosi per potersi ritenere esseri
liberi e “restare umani”. Questo il racconto video
dalla viva voce di uno di loro: Francesco Bellinzoni,
partigiano.

Manuela Composti

IN COLLABORAZIONE CON

genovaPalazzoDucale
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MAGGIOR SOSTENITORE

CON IL PATROCINIO E IL SOSTEGNO DI

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CONTENUTI

Segrete Tracce di Memoria 2019 – Inaugurazione – Video

GENERE: Collettiva.

Segrete Tracce di Memoria 2019 – Retrospettiva degli Artisti – Video

GENERE: Collettiva.

AUTORI

Di maraviglia, credo, mi dipinsi…

(Dante Alighieri – Purgatorio, Canto II)