“[…] Non mi sembra si possa assumere un modello di riferimento per l’opera di Piermarini, pur avendo al suo attivo la frequentazione di maestri di rilievo, pittori e scultori noti, esponenti delle correnti artistiche contemporanee. Visitando il suo studio, ampio, ricco di materiali vari, già scolpiti o in attesa di lavorazione, si rende subito evidente la grande curiosità che lo muove, l’istinto alla sperimentazione che lo porta a creare forme insolite, inusitate, a perfezionare l’effetto della pittura sulla pietra, le reazioni del colore, la sua potenzialità di assorbimento. Un’instancabile volontà lo spinge a provarsi in sempre nuove tecniche miste su carta, ottenendo effetti tridimensionali con i suoi minuti, sottili segni che incidono il foglio, lo aprono alla penetrazione della luce, lo animano con il colore.
Un universo mentale, che riflette la realtà visibile, così come il proprio insondabile mondo interiore, costituiscono la spinta creativa delle sue opere, in cui egli è maestro di se stesso, aprendosi sempre a nuove possibilità e accadimenti estetici.

Anna Caterina Toni, estratto da ‘Presentazione critica Premio Marche 1991’