Dipinti e sculture di Sandro Piermarini

DATA: dal 15 Dicembre 2018 al 6 Gennaio 2019

LUOGO: Porto Potenza Picena – Via IV Novembre, 7

SPAZIO: Spazio espositivo Mayday

EVENTO: Dipinti e sculture di Sandro Piermarini

AUTORE: Sandro Piermarini

GENERE: Esposizioni

CATEGORIA ARTISTICA:
Scultura
Pittura

CURATO DA: Mauro Mazziero

ORGANIZZATO DA: Associazione Centro Culturale

DESCRIZIONE EVENTO

Alcuni pensieri di Sandro Piermarini, sulla sua esperienza e il suo lavoro di artista.

L’artista e la materia
Per uno scultore, la scelta della materia da usare assume un’importanza profondamente significativa e fondante.
La pietra, il marmo, per natura privi di forma, costituiscono parte attiva dell’atto creativo e del progetto dell’opera.
Lo scultore fin dal primissimo sguardo stabilisce con la materia un rapporto sinergico essenziale per il risultato dell’opera ed è proprio dalla misura e dalla profondità di questo rapporto che scaturiscono la qualità e l’estensione personale del linguaggio.
L’artista artigiano.
Un bambino piccolo, nel vedere il movimento delle mani decise ad esplorare gli oggetti, è estremamente eccitato e preso da stupore ad ogni minimo movimento e/o variazione.
Probabilmente in un tempo lontanissimo la curiosità rappresentò per l’uomo una spinta decisiva per l’indagine e la scoperta del mondo le mani ERANO lo strumento versatile capace di plasmare tutto ciò che si presentava alla sua attenzione.
Alla curiosità prevalentemente ludica si affiancò presto una capacità cognitiva e immaginativa in grado di concepire strumenti tecnologici elementari e soddisfare così esigenze sempre più complesse. Nacque perciò il lavoro artigiano.
Gli artisti dunque sono dapprima artigiani che sperimentano e creano servendosi principalmente delle mani.
Dai segni alla scultura
…All’inizio dell’avventura del fare artistico furono segni lucidi, navigatori consumati in uno spazio libero, quasi elementi primordiali in cerca di aggregazioni possibili.
…Poi figure antropomorfe fino ad arrivare all’idea di scultura pensata in uno spazio reale.
L’ironia
Il mondo, le vicende umane, le problematiche esistenziali sono da sempre materia di indagine da parte dell’artista che tenta, attraverso l’ironia, di coglierne le contraddizioni, di scardinarne i luoghi comuni esteriori e di focalizzare in un “altrove allegorico” gli aspetti legati alla visione del proprio pensiero.

(Sandro Piermarini, comunicato stampa per la personale presso Mayday)

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“Gli artisti dunque sono dapprima artigiani che sperimentano e creano servendosi principalmente delle mani”. (S Piermarini, cit.)

EVENTO CURATO DA

Associazione Centro Culturale
Spazio espositivo Mayday
APPROFONDIMENTI

Disegnare lo spazio urbano è ormai un’esigenza sempre più viva nel mondo contemporaneo: attorno ad essa ruotano gli ingranaggi della progettazione, rigorosa, razionale, dettata da equilibri urbanistici, che prevede, di tanto in tanto, una scultura come completamento degli spazi o come icona-simbolo.
Ciò che colpisce nella progettualità delle sculture urbane di Sandro Piermarini è il loro essere oltre la scultura-oggetto, oltre il concetto del blocco monolitico: sono pure e rigorose concretizzazioni di idee, figure forti legate al senso della vita, alla sua congenita dualità.
In tal senso, in quanto incarnazioni dell’idea, ribaltano il senso della scultura nello spazio urbano, scavalcando il reiterarsi della progettazione in relazione all’ambito dato, che sovente è “ritagliato”, per ultimo, nell’ambiente.
L’idea-scultura si afferma in sé, partorita e scolpita a partire dal nulla, da quel “foglio bianco” che, genere, sembra ossessionato destinata solo ai pittori.
Diversamente da altri orientamenti teorici sulla scultura, Piermarini è convinto che “la pietra non ha memoria e non dà memoria”: il marmo che egli usa come materiale esclusivo va modellato per dar forma ad un’intuizione, ad un’idea che si materializza in un attimo, la cui unica “progettazione” è legata al tempo, alla pratica quotidiana che sottende la sua attuazione.
Il pensiero, nelle sue opere, conserva sempre tracce evidenti di un’ambivalenza “congenita”: la grande porta in marmo nasconde dietro di sé un’altra porta e, in sequenza, un’altra ancora: l’uscita è in realtà l’entrata di un altro enigma.
Ed ancora: tutte le porte conducono verso un “fuori” o un “dentro” ? L’ambivalenza per Piermarini ha anche una valenza positiva, sottolinea la libertà di scelta che si concretizza nella pluralità dei percorsi interni alle sculture. L’archetipo dell’antro, del labirinto diviene luogo di praticabilità: da denso ed oscuro spazio interiore si traduce nella possibilità dell’uomo di superare il varco, di attraversare il passaggio, di “possedere” la scultura.
L’opera ha in sé la staticità formale rigorosa, la “regolaità” delle leggi della fisica e la “dinamica” (dynamis in greco antico vuol dire forza) mentale delle possibilità che apre, del movimento appunto, creato dall’entrare “dentro” la struttura, invece che guardarla dal di fuori.
Caratteristica essenziale del concetto antimonumentale di Piermarini è, infatti, vivere dall’interno la scultura urbana, perché l’uomo ed il suo intelletto ne costituiscono il cuore pulsante, ne concretizzano l’anima.
La scultura diviene, in quest’ottica, essa stessa fulcro degli spazi dell’uomo, ribadendo in altri termini quanto è stato affermato in altre occasioni: la scultura urbana “…può anche non essere direttamente presente, cioè non essere realizzata, ma costituire il perno fondante dell’idea dello spazio”.

Luciana Cataldo

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CATEGORIA ARTISTICA: Scultura

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AUTORE

Di maraviglia, credo, mi dipinsi…

(Dante Alighieri – Purgatorio, Canto II)